La fascia è un tessuto biologico che avvolge tutte le strutture del nostro corpo. Oggi la ricerca ha un grande interesse nel ruolo della fascia come trasmettitore di forza nella dinamica muscolare, ma questo tessuto in genere è considerato un contributo passivo al comportamento biomeccanico.
Ci sono stati diversi studi che hanno indicato il ruolo attivo della fascia che invece ha una capacità intrinseca di contrarsi attivamente. Queste indicazioni includono il fenomeno noto come “contrazione legamentosa” della fascia lombare umana, in risposta alla ripetuta applicazione di sollecitazioni isometriche. Esiste anche la prova che i tessuti fasciali possono accorciarsi per diversi giorni in alcune patologie, come la fibrosi palmare, le cicatrici ipertrofiche e simili condizioni fibrotiche fasciali. Questo accorciamento dei tessuti è dovuto principalmente alla presenza di miofibroblasti (un tipo di cellula responsabile della guarigione delle ferite e della riparazione dei tessuti). La contrattura tissutale risultante è dovuta a una combinazione incrementale di contrazione cellulare, reticolazione del collagene e rimodellamento della matrice.
Robert Schleip ed i colleghi dell’Università di Ulm hanno studiato se la fascia normale possa possedere la capacità di contrazione cellulare che, a sua volta, potrebbe svolgere un ruolo attivo nella meccanica muscolo-scheletrica.
In un nuovo studio pubblicato su Frontiers of Physiology, hanno studiato campioni fasciali umani e di ratto provenienti da diversi siti del corpo cercando la presenza di miofibroblasti, utilizzando la colorazione immunoistochimica per l’actina muscolo liscio α (n = 31 donatori, n = 20 animali). Inoltre, le registrazioni delle forze meccaniche sono state eseguite su tessuti fasciali di ratto isolati che sono stati stimolati farmacologicamente per attivare la forza contrattile.
Lo studio lo ha scoperto che:
- la densità dei miofibroblasti è maggiore nella fascia lombare umana rispetto alle fasce delle altre due regioni esaminate in questo studio: fascia lata e fascia plantare.
- I tessuti fasciali si contraggono quando esposti a diverse sostanze farmacologiche: siero fetale bovino, analogo del trombossano A2 U46619, TGF-β1 e mepiramina.
- La tossina botulinica di tipo C3, usata come inibitore della chinasi Rho ha provocato il rilassamento.
- Al contrario, i tessuti fasciali erano insensibili all’angiotensina II e alla caffeina.
- Esiste una correlazione positiva tra la densità del miofibroblasto e la risposta contrattile.
ruolo della fascia come trasmettitore di forza
Il calcolo della forza contrattile potenziale della fascia prevede un intervallo di forze che sembra insufficiente per esercitare un effetto diretto a breve termine (cioè, che si verifica entro pochi minuti o ore) sulla stabilità meccanica dell’articolazione della colonna vertebrale umana. Le forze contrattili a breve termine dei tessuti fasciali sono di almeno due ordini di grandezza inferiori a quelle del tessuto muscolare e potrebbero non avere alcun effetto significativo sulla stabilità spinale o su altri aspetti importanti della biomeccanica umana.
Tuttavia, le forze di contrazione fasciale teoriche nella regione lombare umana sono al di sopra della soglia per influenzare la meccanosensazione. Sono abbastanza forti da alterare la coordinazione motoneuronale nella regione lombare. Inoltre, gli autori suggeriscono che un aumento locale e / o temporale della contrattilità fasciale potrebbe contribuire alla contrattura del tessuto a lungo termine, che include il rimodellamento della matrice.
Sulla base della nota influenza di segnalazione del sistema nervoso simpatico sull’espressione del TGF-β1, suggeriscono che i loro risultati tendono a supportare l’ipotesi di una stretta connessione tra rigidità fasciale e attivazione simpatica cronica. Alla luce del grande contributo dei fattori psicosociali nella lombalgia, suggeriscono ulteriori studi per esplorare le possibili interazioni tra stress emotivo, rigidità fasciale e lombalgia.
Gli autori hanno concluso che la tensione del tessuto miofasciale è attivamente regolata dai miofibroblasti con il potenziale impatto sulla dinamica muscoloscheletrica attiva.
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ORIGINAL RESEARCH ARTICLE
Front. Physiol., 02 April 2019 | https://doi.org/10.3389/fphys.2019.00336