Studio di follow-up di vent’anni che confronta il comportamento operativo e il trattamento non chirurgico delle rotture del legamento crociato anteriore in atleti di alto livello. L’importanza della Fisioterapia nella rottura del legamento crociato anteriore.
Gli effetti a lungo termine (≥20 anni) del trattamento chirurgico e di quello conservativo (non operatorio) sulla Rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio non sono ancora chiari.
In questo studio con un lunghissimo follow-up (vent’anni) si è confrontato in atleti di alto livello lo stato del ginocchio che avevano subito l’intervento con quelli che avevano optato per un trattamento conservativo. (van Yperen DT, et al. Am J Sports Med. 2018).
Background dello studio: Una rottura del legamento crociato anteriore (LCA) può avere conseguenze al follow-up soprattutto nel medio termine, con una maggiore probabilità di sviluppare nel giovane paziente un’articolazione non in linea con l’età anagrafica. Gli effetti a lungo termine (≥20 anni) delle due alternative, il trattamento chirurgico e quello non operatorio delle rotture di crociato anteriore invece non sono ancora chiari.
Scopo dello studio: Confrontare i risultati nel lungo termine del trattamento chirurgico rispetto a quello non operatorio delle rotture di LCA negli atleti di alto livello.
Disegno dello studio: studio di coorte; Livello di evidenza 2.
Metodo di studio: Cinquanta pazienti con una rottura LCA erano eleggibili per la partecipazione alo studio, e sono stati trattati conservativamente (n = 25) nel 1992, con riabilitazione strutturata ed adeguamenti dello stile di vita. Un altro gruppo (n = 25) hanno subito l ricostruzione chirurgica tra il 1994 e il 1996 con una tecnica artroscopica mediante utilizzo del tendine rotuleo.
I pazienti nel gruppo non operatorio sono stati selezionati da coloro che dopo 3 mesi dal trauma hanno risposto bene all’approccio conservativo riabilitativo, mentre i pazienti del gruppo operatorio sono stati selezionati tra coloro che avevano una persistente instabilità a 3 mesi dal trauma malgrado il trattamento riabilitativo. Entrambi i gruppi sono stati valutati insieme ai follow-up di 10 e 20 anni per quanto riguarda la presenza di artrosi del ginocchio a livello radiologico, test funzionali (Lysholm, International Knee Documentation Committee [IKDC], Tegner, Knee injury and Osteoarthritis Outcome Score), stato dei menischi e stabilità del ginocchio (artrometro KT-100, pivot-shift test, Lachman test, 1-legged hop test).
Risultati: Tutti i 50 pazienti (100%) sono stati inclusi nello studio per il follow-up. Dopo 20 anni, si è riscontrata un’artrosi del ginocchio nell’80% del gruppo operatorio rispetto al 68% del gruppo non operatorio (P = .508). Non è stata riscontrata alcuna differenza tra i gruppi relativa ai risultati funzionali e alla meniscectomia eseguita. Il punteggio soggettivo IKDC medio era 81,6 (intervallo interquartile [IQR], 59,8-89,1) per il gruppo operatorio e 78,2 (IQR, 61,5-92,0) per il gruppo non operatorio (P = .679). Per quanto riguarda il punteggio obiettivo IKDC, 21 pazienti (84%) nel gruppo operatorio avevano un punteggio normale o quasi normale (A e B) rispetto a 5 pazienti (20%) nel gruppo non operatorio (P <0,001). Il risultato del pivot-shift test era negativo in 17 pazienti (68%) contro 3 pazienti (13%) per i gruppi operativi e non operatori, rispettivamente (P <0,001) e il risultato del test di Lachman era negativo in 12 pazienti (48%) contro 1 paziente (4%), rispettivamente (P = .002).
In conclusione, in questo studio retrospettivo di follow-up, si è riscontrato che dopo 20 anni di, non vi era alcuna differenza nell’osteoartrosi del ginocchio tra trattamento chirurgico e trattamento non operatorio quando il trattamento era assegnato sulla base della risposta di un paziente a 3 mesi di trattamento non chirurgico. Sebbene la stabilità del ginocchio fosse migliore nel gruppo operatorio, non ha prodotto esiti funzionali soggettivi e oggettivi migliori.
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