La corsa è una passione che è nata dentro di me sin da bambino. Una vera e propria medicina, forse ancor di più oggi che ho raggiunto i 16 lustri. Ho sempre pensato che l’esercizio fisico favorisse la rigenerazione muscolare e mentale e aumentasse la forza fisica e l’elasticità. Inoltre, se ai tempi della mia gioventù poteva esserci ancora qualche dubbio, ormai è un dato certo che lo sport e la sana alimentazione siano l’arma migliore per prevenire malattie cardiovascolari, metaboliche e mantenere alto il tono dell’umore. Affronto la vita moderna e le difficoltà come fossero una gara, con grande impegno e abnegazione. Anziché stare a guardare la vita che passa, preferisco correre. – Carmelo Saccà – Collega FisioClinic Team, Atleta pluricategorie e Campione Master Maratona. –
Fisioterapia per la Maratona il Podismo e la Corsa
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La corsa è per molti uno strumento di benessere non solo fisico, ma anche psichico.
Un’opportunità, un momento di evasione, di autentica libertà. Una risorsa che spesso si tramuta in autentica passione.
Molti/e runners affermano di non poter rinunciare a questa pratica che permette di slegarli per un attimo da ciò che li ostacola e affrontare con maggiore sicurezza momenti difficili della vita.
Come tutte le discipline sportive, anche la corsa deve essere affrontata in modo graduale ed il corpo deve avere tempo e modo di assorbire e metabolizzare i cambiamenti.
L’atleta, soprattutto se inesperto o poco allenato, può eseguire il gesto atletico in maniera scorretta o in condizioni fisiche non ottimali creando i presupposti per danneggiare il proprio organismo.
La traumatologia nel podismo è un argomento di primo piano sia nel mondo professionistico che in quello amatoriale: nel corso della carriera sportiva circa l’80% degli atleti va incontro a fenomeni traumatici, che in taluni casi costringono a stop forzati che possono perdurare settimane, mesi, o addirittura far cessare l’attività sportiva.
Il gesto della corsa è costituito da un movimento ripetitivo che genera sulle articolazioni interessate un ciclo carico-scarico simile al rimbalzo di un pallone: quando il piede tocca terra si ferma per un tempo minimo ed in questa fase una parte del lavoro meccanico negativo, imputabile alla deformazione elastica, viene accumulato sotto forma di energia elastica. Tale energia viene poi liberata durante la fase propulsiva sotto forma di lavoro meccanico; nel gesto della corsa questo ciclo si ripete tra le 100 e le 500 volte/km con una forza d’urto sul piede pari a 3-6 volte il peso corporeo. Ne consegue che una gran parte degli infortuni nei podisti sia imputabile alla ripetitività, abbinata ad una scorretta esecuzione del gesto sportivo (patologie da sovraccarico), mentre solo un quinto degli infortuni riconosce un meccanismo lesivo ben riconducibile ad un preciso momento che scatena il dolore e la sospensione dell’attività (patologie acute).
Conoscere sé stessi
I difetti nella biomeccanica della corsa e di appoggio sono fattori di rischio predisponenti ad infortuni nell’atleta podista, ma sicuramente non ne sono la sola causa. Alle precedenti cause possiamo accostarne altre che determinano il più delle volte, in associazione tra loro, l’instaurarsi di un quadro patologico. Tra i fattori principali di rischio ricordiamo la ridotta flessibilità e gli squilibri muscolari, causati dall’avanzare dell’età in associazione alla tendenza di molti atleti a trascurare la pratica di stretching pre e post allenamento. Altro importante fattore di rischio è la scelta di calzature inadeguate alla pratica sportiva che inevitabilmente portano ad una sofferenza e ad uno stress maggiore del compartimento muscolo-articolare dell’atleta. Da non sottovalutare l’over-training, ossia un eccessivo carico di lavoro in allenamento rapportato principalmente all’età, al peso e all’esperienza del singolo podista. Seguire un programma di allenamento personalizzato, con un controllo rigido del volume e dell’intensità dello stesso è fondamentale, così come considerare il riposo non come ‘’perdita di allenamento’’, ma come parte dell’allenamento stesso.
Quali sono gli infortuni più frequenti?
- ⚠️ Infiammazioni, stiramenti, sovraccarichi articolari:
- sono solo alcuni dei problemi che affliggono il podista, ma vediamo di seguito quali sono gli infortuni più frequenti:
- ⚠️ Contratture muscolariSono di gran lunga la problematica più riscontrata nel podista. Per contrattura intendiamo una contrazione involontaria, costante e dolorosa di una parte o di tutto il muscolo, che si presenta duro, con conseguente limitazione del movimento dell’articolazione a cui è collegato.
- ⚠️ Tendinopatia dell’achilleoIl tendine di Achille ha una struttura estremamente resistente, un consumo di ossigeno 7,5 volte inferiore a quello del muscolo, quindi una lenta capacità di rigenerazione. È un tessuto difficilmente lesionabile in condizioni normali, ma ripetuti insulti da sovraccarico possono causare microlesioni e infiammazioni difficili da curare. Tra i fattori predisponenti il sovrappeso o una muscolatura deficitaria o eccessivamente retratta.
- ⚠️ LombalgiaLa lombalgia, o mal di schiena, è una delle affezioni di più comune riscontro nella pratica sportiva del podismo. Il tratto lombare della colonna è quello sottoposto al carico più intenso durante la corsa e anche durante le azioni di vita quotidiana. Un allenamento non consono alle possibilità dell’atleta, una scorretta biomeccanica del gesto sportivo e l’eccessivo peso, contribuiscono in modo marcato all’insorgenza di tale disturbo.
- ⚠️ Lesione muscolareÈ un infortunio che può colpire qualunque muscolo del nostro corpo, andando di fatto a creare un danno alla struttura della fibra muscolare.
- ⚠️ Fascite plantareE’ un’entesopatia –infiammazione dell’entesi o giunzione osteotendinea (inserzione di un tendine o di un legamento ad un osso), dolorosa, della superficie plantare del piede, caratterizzata da infiammazione e fibrosi della fascia plantare.
- ⚠️ Sindrome femoro-rotuleaÈ un particolare quadro patologico che coinvolge l’articolazione compresa tra il femore e la rotula. Generalmente gli atleti che sono affetti dalla sindrome femoro-rotulea accusano dolore nella zona antero-laterale del ginocchio.
- ⚠️ Sindrome del piriformeIl muscolo piriforme ha la sua ampia origine sulla faccia anteriore dell’osso sacro, dal legamento sacro-tuberoso, dal legamento sacro-spinoso e dalla capsula dell’articolazione sacro-iliaca; normalmente risulta essere costituito da più ventri muscolari. Le sue fibre si dirigono obliquamente verso il basso attraversando il grande forame ischiatico e inserendosi sulla fossa del piriforme nella parte interna dell’apice del grande trocantere. È innervato da un ramo ventrale del plesso sacrale (L5, S1, S2). Questo muscolo ha nella stazione eretta tre funzioni: agisce da rotatore esterno del femore, aiuta leggermente l’inclinazione laterale in basso del bacino e l’inclinazione pelvica posteriore tramite la trazione del sacro in basso verso la coscia. La meccanica di questa posizione è tale che il muscolo piriforme e il nervo sciatico vengono spinti fino a venire a stretto contatto. Altre cause di contatto potrebbero essere infiammazione ed ipertrofia di questo muscolo.
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- La sindrome del piriforme di norma colpisce tutte le persone senza differenza tra i diversi tipi di occupazione; si può riscontrare una maggiore frequenza di questa sindrome in alcune categorie sportivo quali appunto podisti o più generalmente runners.
Cosa fare? la soluzione è la Fisioterapia per la Maratona il Podismo e la Corsa
È necessaria un’analisi accurata da parte di uno specialista per individuare le cause che hanno scatenato il quadro patologico, così da risolvere in maniera efficiente il problema.
Un adeguato trattamento di fisioterapia specifica per il/la runner sia per chi la pratica a livello agonistico che amatoriale, risulta fondamentale non solo per porre rimedio ad eventuali danni da sovraccarico funzionale ma anche per prevenire squilibri posturali futuri che un’attività sportiva intensa potrebbe causare.
Un trattamento completo come quello della “RPG Souchard” (Rieducazione Posturale Globale di cui siamo Centro di Fisioterapia di riferimento a Roma e Bergamo) agisce su tutti i problemi che hanno origine o che sono in relazione ad una biomeccanica alterata ed è sempre da preferire negli sportivi perché è diretto a risolvere le cause degli squilibri biomeccanici evitando recidive. Spesso si associa allo Stretching Globale Attivo (SGA) attraverso il quale si riesce a dare al paziente la capacità di autogestirsi, imparando delle auto-posture di correzione specifiche.
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